Portobuffolè (TV) - 13 agosto 2017


Chiesa di Borgo Servi (sec. XV)


Porta Friuli e Toresin (X-XI sec.)

Il Ponte Friuli e l'omonima Porta sormontata dal Toresin erano la principale via d'accesso alla città fortificata. L'aspetto attuale risale al loro rifacimento, avvenuto nel 1780. L'odierno ponte è il primo costruito in pietra sul fiume Livenza, in sostituzione del precedente in legno. Prima ancora fu ponte levatoio a protezione del castello. Il corso del Livenza circondava in passato il nucleo storico di Portobuffolè, ma fu deviato nel 1913 per la sicurezza della città contro le frequenti esondazioni. Sopra il portale d'ingresso campeggia il Leone di San Marco con scritta postuma, che richiama i princìpi rivoluzioni francesi. Alla destra del ponte sono visibili i resti delle antiche mura della città medievale, lungo le quali si trova murata una piccola Bocca della Verità di origine romana.


Duomo (XV-XVI sec. e XVIII sec.)

Probabile sede, nel XV secolo, di una sinagoga ebraica. Trasformata in chiesa cristiana, nel 1559 fu consacrata e dedicata ai SS. Marco e Prosdocimo. Al suo interno: affreschi attribuiti al Sanfiori (XIX secolo); pala d'altare rappresentante la Beata Vergine Assunta, eseguita da Francesco Da Milano (1535 ca.); crocifisso ligneo di scuola tedesca del XV secolo; altare ligneo di Giovanni Silvestrin (1983); organo della bottega veneziana di Gaetano Callido (1780).


Fontego (XV sec.) e Torre Civica (X sec.)

Il Fontego, edificio in stile rinascimentale veneziano con loggia, fu nei secoli il deposito per il commercio dei cereali e del sale che da Venezia e dall'Adriatico, raggiunto il porto fluviale di Portobuffolè, proseguivano lungo la Via del Sale verso il Cadore e il centro Europa. Sulla facciata dell'edificio troneggia il Leone di San Marco, a testimonianza della presenza della Serenissima nel territorio dal XIV al XVIII secolo. A lato della Loggia, si erge la Torre Civica, ultima rimasta delle sette torri originarie a funzione protettiva del castello medievale. Per lungo tempo le sue fondamenta furono utilizzate come prigione. Oggi svolge la funzione di torre campanaria e ospita il Museo della Civiltà Contadina e dell'Artigianato dell'Alto Livenza.


Dogana del Sale (XVI sec.)

Il sale, vero e proprio "oro bianco" sin dall'età medievale, fu di importanza capitale nell'economia europea e nella vita quotidiana delle popolazioni. A partire dal 1508, la comunità del Cadore, sottoposta a giurisdizione della Repubblica di Venezia, ebbe l'obbligo di approvvigionare il sale esclusivamente dai magazzini della Serenissima. A tale scopo, il trasporto dello stesso avvenne per secoli per via fluviale sino alla stazione intermedia di Portobuffolè, ultimo tratto navigabile del fiume Livenza, per giungere successivamente a destinazione lungo la Via del Sale su carri trainati da bestiame. Lo stoccaggio del sale a Portobuffolè avveniva in appositi magazzini, tra cui il Fontego, ed era sottoposto a severi controlli di peso e qualità, nonché soggetto a rigide regole daziali. Sede amministrativa per la riscossione delle imposte era la Dogana del Sale, il cui edificio è ancora oggi antica testimonianza dell'importante commercio.


Piazza Beccaro (XIV-XVII sec.)

Dedicata al facoltoso mercante francese Adriano (o Ariano) Beccaro (XIV secolo). Sul lato destro si apriva un tempo la Porta Trevisana, seconda via di accesso alla città medievale, distrutta dalle truppe austro-ungariche nel 1918. Sul fondo, Ca' Soler (XVII secolo), prestigiosa abitazione degli amministratori della famiglia patrizia Cellini-Giustinian. Sul lato sinistro, Torrione-Caserma di origine medievale, che subì interventi in epoca rinascimentale. La facciata rivela resti di affreschi attributi a Giovanni de Sacchis, detto "il Pordenone" (XVI secolo).


Piazza Ghetto


Piazzale Ghetto - Casa dell'Arcisinagogo (XIV sec.)

In questo luogo sorgeva il Ghetto Ebraico, nel quale viveva una numerosa e attiva comunità ashkenazita. L'edificio attiguo alla Sinagoga, ubicata dove oggi sorge il Duomo, fu l'abitazione dell'Arcisinagogo. Al suo interno è visibile una pietra sulla quale sono incise una Menorah (candelabro a sette braccia) e alcune lettere dell'alfabeto ebraico. Sulla parete esterna prospiciente la piazza si scorge quanto rimane del muro di cinta del Ghetto. Nell'anno 1480 tre ebrei di Portobuffolè furono ingiustamente accusati di infanticidio a scopo rituale e giustiziati in Piazza San Marco a Venezia, come ricorda la targa commemorativa in carattere ebraico qui esposta. Sulla scia emotiva di tale evento, la Comunità Ebraica fu sottoposta alla confisca dei beni e costretta ad abbandonare la Città dopo secoli di permanenza. Oggi Portobuffolè riconosce alla passata presenza ebraica una componente fondamentale delle proprie radici storiche, economiche e culturali.


Antico ospedale


Chiesa di San Rocco (XIV sec.) - Antico ospedale

Edificata come luogo di culto alle pertinenze dell'ospedale, la chiesa di San Rocco, anche detta "Chiesa dei Barcaioli", risulta attestata già nel XIV secolo. Al suo interno è conservata la "Madonna della Seggiola", scultura lignea del 1524. Adiacente, l'Antico Ospdale fondato nel 1362 per volontà del mercante Adriano (o Ariano) Beccaro. Fu la prima unità ospedaliera della zona e rimase operativa sino all'inizio degli anni '30 del '900. L'attuale edificio risale al 1906. Nel vicino cimitero riposa la salma dei Tenente Pilota Vincenzo Contratti, già partecipante ad uno dei voli su Vienna organizzati da Gabriele D'Annunzio, abbattuto nei cieli del Pra' dei Gai il 27 ottobre 1918.

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