Godega di Sant'Urbano (TV) - 27 agosto 2017


Chiesa Nuova di Godega - secolo XX

La sua costruzione iniziò nel 1953, dopo l'abbattimento della chiesa vecchia, su progetto dell'ingegner Serravallo di Sacile. Fu consacrata nel 1954. Nel 1970 fu sistemato il coro. Tra il 1974 e il 1976 furono eseguiti il soffitto a vela e il pavimento a rombi in marmo rosso. Fu ultimata nel 1977. All'interno vi sono alcune tele del 1700, una pregevole copia di un'opera di Jacopo Palma il Vecchio, un "martirio di Santa Margherita", del 1800, forse de De Lorenzi e un trittico, del 1973, del pittore Dinetto di Treviso, autore anche del grande rosone in vetro, del 2000. Il fonte battesimale, del 1502, proviene dalla vecchia chiesa parrocchiale.


Casa Corva
L'edificio, che si sviluppa su due livelli, è situato in prossimità del centro di Godega di Sant'Urbano e ha subito, nel corso del tempo, diverse modifiche, sia tipologicamente che di facciata. Attualmente, Casa Corva, si presenta con una tipologia simmetrica rispetto a due corpi edilizi rivolti verso la strada. In questi ultimi sono presenti delle cornici sulle finestre, in materiale lapideo, nonché dei rilevanti cornicioni.


Pozzo della Regola - secolo XIII

Si tratta di un pregevole manufatto, molto antico. Il primo scavo risale al secolo XII. Localmente tale pozzo è conosciuto come "Pozzo della Regola" e, in un documento del 1780, e citato come "pozzo vecchio de la isola". Nel 2004 è stato eseguito un intervento di ristrutturazione e ricupero conservativo assumendo le attuali fattezze.


Campanile di Godega
Doveva esistere già nel Settecento, anche se non in buone condizioni e fu abbattuto agli inizi del 1800. Nel 1830 iniziò la realizzazione di un nuovo campanile. Nel 1842 fu attivato l'orologio. L'edificazione terminò nel 1844. Nel 1857 vennero commissionate le tre nuove campane, sottratte dagli austro-ungarici nel 1917 e ricollocate sul campanile solo nel 1921. Nel 1967 vennero abbandonate corde e cinghie e fu introdotta l'elettricità.


1 luglio 2018


Il campardo e la fiera
Già nel Duecento nel Campardo si teneva settimanalmente il mercato franco, cioè senza dazi. Non si sa con esattezza quando nacque quella che è nota come la "antica fiera di Godega": il più antico documento che la nomina, del 1343, riferisce che si svolgeva "ab immemorabili"; non era l'unica della zona, ma il suo situarsi lungo una strada importante ne determinò il successo. Ha varcato indenne i secoli ed è, ancor oggi, il principale evento della vita locale, pur avendo, in sintonia coi tempi, sfumato il suo carattere agricolo, a favore di nuovi settori, come artigianato, arredamento e giardinaggio.


Il leone di San Marco
Il leone di San Marco o leone di Venezia è il simbolo della serenissima repubblica veneta, in suo nome e sotto le sue ali protettive Venezia ha solcato mari e intrapreso battaglie.
Il leone alato è l'icona dell'evangelista Marco protettore della città e della millenaria repubblica. Veniva messo sulle navi (sulla fiancata in tempi antichi, e in seguito sui camini) sui palazzi ecc. È ancora oggi il simbolo del reggimento dei lagunari serenissima (detto Mao).
L'evangelista Marco è rappresentato come leone alato nel libro dell'apocalisse nel suo Vangelo.
Il leone alato con il libro aperto significa repubblica in pace, con il libro chiuso significa repubblica in guerra.
Nel libro c'è scritto in latino pax tibi Marce evangelista meus (pace a te Marco mio evangelista) che secondo un'antichissima tradizione delle Venezie un angelo avrebbe rivolto a San Marco naufrago nelle lagune, preannunciandogli che in quelle terre avrebbe trovato un giorno riposo e venerazione il suo corpo.


STORIA


Sagra di Godega - 9 marzo 1908
Dal punto di vista giuridico e amministrativo il Comune di Godega di Sant'Urbano nasce nel XIX secolo, con il ritorno degli Austriaci decretato dal Congresso di Vienna. Quale entità territoriale, invece, il luogo affonda le proprie origini in epoche molto più antiche. Dai ritrovamenti archeologici rinvenuti sul territorio, infatti, Godega conobbe la presenza dell'uomo fin dalla preistoria, mentre altri reperti testimoniano chiaramente che la zona fu interessata dalla colonizzazione romana. All'epoca, il godigese venne inglobato all'agro opitergino e probabilmente assegnato ai veterani delle guerre civili. Da questi deriverebbero gli attuali toponimi di Bibano (territorio di Baebius) e di Pianzano (territorio di Plancius). Il toponimo di Godega, invece, nasce intorno al V-VI secolo, quando l'area venne invasa dai Goti dopo il crollo dell'Impero Romano. Si trattava probabilmente di un piccolo insediamento di pastori e contadini, alle prese con la sopravvivenza. Il territorio, infatti, si presentava arido e sassoso a nord dell'attuale ferrovia, acquitrinoso e malsano a sud della stessa. I primi segni di sviluppo e di organizzazione sociale ed economica si hanno solo a partire dal Mille, grazie al lavoro di bonifica dei monaci, nonché all'arrivo di popolazioni provenienti dalla Baviera, come tuttora restimonierebbe una borgata di Pianzano, recante di nome Baver.
Durante il periodo comunale Godega fu oggetto di contesa tra Sacile e Conegliano, poi dei Camino e dei Carraresi ed infine annessa ai territori della Serenissima nei primi anni del XV secolo. All'età mediovale risalgono anche le prime notizie relative al mercato di Godega. Nel 1867 al nome di Godega venne aggiunto "Sant'Urbano".


Frazione

Baver

Bibano

Levada

Pianzano

Salvatoronda